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Quella rappresentata in questo
disegno è una serratura vecchia di quasi 3600 anni. Dobbiamo la sua nascita alla
fantasia degli antichi egizi. Definirla geniale, oggi, può
sembrare esagerato ma, se consideriamo la mancanza, in quell’epoca, di
validi attrezzi di lavoro, dobbiamo ammirare la funzionalità del
meccanismo ed ammettere che il suo ideatore ha saputo giustamente
coniugare la semplicità con una discreta sicurezza. Spesso le idee semplici e
funzionali possono sembrare, a posteriori, delle banalità ma la grandezza
dell’invenzione sta anche nel fatto di averci pensato per primi. Veniamo ora alla nostra
serratura, studiandone da vicino il funzionamento: Il blocchetto di legno 1 è
solidale allo stipite della porta, il blocchetto 2 è invece fissato sulla
porta stessa. Il chiavistello 3, impegnando
il blocchetto 1, impedisce che la porta venga aperta. All’interno del pezzo 2, nel
punto indicato dalla freccia, si trova il particolare 4. Quest’ultimo, nel
disegno, è rappresentato in alto, ma ciò è solo un artificio per
migliorare la leggibilità del disegno. In realtà il pezzo 4 era
costituito da un rettangolino ligneo munito di cavicchi, anch’essi di
legno, che impedivano la traslazione del chiavistello 3, poiché urtavano
con le estremità della scassa ricavata nel corpo di quest’ultimo. Infilando in questa scassa la
chiave 5 ( si; il particolare 5 rappresenta proprio una chiave, ante
litteram) e spingendo con questa verso l’alto, si sollevavano i cavicchi
del pezzo 4, permettendo lo scorrimento del chiavistello e disimpegnando
il blocchetto 1, che possiamo tranquillamente paragonare alla
contropiastra delle moderne serrature. In tal modo poteva avvenire
l’apertura della porta. E’ chiaro che, variando la
disposizione dei cavicchi della chiave e, parallelamente del pezzo 4, si
poteva fare in modo che solo la chiave giusta aprisse la serratura
relativa. Siete d’accordo con me, ora,
che questa invenzione era semplice e geniale? |